Descrizione
Il nuovo DPCM sulla classificazione dei comuni montani è una lampante dimostrazione di una politica lontana dai territori.
È una scelta ideologica che colpisce deliberatamente i territori, scaricando sui Comuni e sui cittadini il prezzo di decisioni prese lontano dalla realtà. Altro che criteri oggettivi.
Il Governo prevede di stralciare comuni storicamente riconosciuti come montani dalla Regione Piemonte, come Baveno, Arizzano, Cambiasca, Ghiffa e Vignone. Una scelta che spezza artificialmente il territorio e nega una realtà evidente: questa è una provincia montana, con gli stessi problemi e opportunità.
Per Baveno questa decisione è un atto grave. Per noi significherebbe perdere finanziamenti fondamentali, risorse concrete per il territorio, e che non verranno compensate da alcuna altra entrata. È una sottrazione secca di risorse pubbliche che colpirà direttamente i cittadini, le famiglie, le imprese: meno fondi per la manutenzione del territorio e di fiumi e rii, per la salvaguardia dell’ambiente e per servizi essenziali. Altro che razionalizzazione: è un taglio mascherato, che qualcuno a Roma decide e qualcun altro qui paga.
Ed è offensivo, oltre che ridicolo, fingere che Baveno non sia un comune montano. Negarlo significa non conoscere il territorio o, peggio, scegliere consapevolmente di ignorarlo.
Le parole del Ministro Calderoli sui presunti “vantaggi impropri” sono semplicemente inaccettabili. Un linguaggio arrogante che insulta amministratori e cittadini e rivela una visione punitiva delle politiche territoriali. Una strategia che aumenta i divari invece di ridurli.
Per questo è indispensabile che la Regione Piemonte intervenga immediatamente per fermare questo scempio istituzionale. La montagna non è un costo da eliminare con un tratto di penna ma è una risorsa da valorizzare.
Alessandro Monti
Sindaco di Baveno
Novembre 2025
Portavoce Sindaco Baveno
È una scelta ideologica che colpisce deliberatamente i territori, scaricando sui Comuni e sui cittadini il prezzo di decisioni prese lontano dalla realtà. Altro che criteri oggettivi.
Il Governo prevede di stralciare comuni storicamente riconosciuti come montani dalla Regione Piemonte, come Baveno, Arizzano, Cambiasca, Ghiffa e Vignone. Una scelta che spezza artificialmente il territorio e nega una realtà evidente: questa è una provincia montana, con gli stessi problemi e opportunità.
Per Baveno questa decisione è un atto grave. Per noi significherebbe perdere finanziamenti fondamentali, risorse concrete per il territorio, e che non verranno compensate da alcuna altra entrata. È una sottrazione secca di risorse pubbliche che colpirà direttamente i cittadini, le famiglie, le imprese: meno fondi per la manutenzione del territorio e di fiumi e rii, per la salvaguardia dell’ambiente e per servizi essenziali. Altro che razionalizzazione: è un taglio mascherato, che qualcuno a Roma decide e qualcun altro qui paga.
Ed è offensivo, oltre che ridicolo, fingere che Baveno non sia un comune montano. Negarlo significa non conoscere il territorio o, peggio, scegliere consapevolmente di ignorarlo.
Le parole del Ministro Calderoli sui presunti “vantaggi impropri” sono semplicemente inaccettabili. Un linguaggio arrogante che insulta amministratori e cittadini e rivela una visione punitiva delle politiche territoriali. Una strategia che aumenta i divari invece di ridurli.
Per questo è indispensabile che la Regione Piemonte intervenga immediatamente per fermare questo scempio istituzionale. La montagna non è un costo da eliminare con un tratto di penna ma è una risorsa da valorizzare.
Alessandro Monti
Sindaco di Baveno
Novembre 2025
Portavoce Sindaco Baveno
A cura di
Letzte Änderung: 18.12.2025 09:21:46